ALBERI IN VALPOLCEVERA

 

Ailanto (zona san Biagio)

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L'ailanto (ailanthus glandulosa) è di origine asiatica ed è usato come pianta decorativa in alcuni paesi ( nel giardino botanico dell'università di Oxford ne è stato piantato un esemplare nei primi dell'ottocento ed è ancora rigoglioso). Nonostante venga chiamato anche albero del sole o del paradiso le sue foglie emanano un odore sgradevole da cui a Genova il nome poco pretigioso di "albero della merda".

 

I platani  di via del Casone a Pontex

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I Platani secolari e splendidi che costeggiano il polcevera da via del Casone a via Lungo Polcevera. Originari del nord-america e dell'asia della fascia temperata. Vivono fino a 250 anni sviluppandosi oltre i trenta metri. Pianta caduca che si sviluppa in modo regolare pertanto è privilegiata nella creazione di filari lungo le strade, inoltre gli esemplari sono magnifici e robusti per via del loro tronco possente. Lo si distingue anche per la decorativa corteccia e le foglie a 5 o  7 lobi. FOTO GRANDE 

Acacie albizzia (in viottolo Botte-Pontex)

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Acacie della specie albizia julibrissin. Sono le piante tra le più diffuse in val polcevera . Piante spinose i cui fiori lasciano una dolce fragranza nel mese di maggio. Da essi si ricava un ottimo miele. Le prime importazioni  in Europa risalgono dalla Persia nel 1745 e 5 anni prima da Istanbul per cui prese il nome di acacia di Costantinopoli. (ma viene chiamata anche acacia cinese) Arriva al massimo a 12 metri di altezza e perde le foglie in autunno (pianta caduca).

 
Magnolia grandiflora (in via Isocorte a Pontex)

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La magnolia è tra le piante ornamentali più belle e pregiate che ci siano. Pianta sempreverde dagli splendidi fiori bianchi ( tra marzo e giugno secondo le specie) che spesso supera i 25 metri di altezza e allarga la sua chioma per 10 metri (la specie campbelii hymalayana raggiunge anche i 45 metri). Le foglie sono di un bel verde e di grandi dimensioni e l'intensa ramificazione permette di ospitare numerosi uccellini ( che  liberano dagli insetti la pianta stessa e lo spazio circostante). Teme il gelo.

Alloro (zona san Biagio)

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L'alloro è famoso come pianta aromatica, le sue foglie infatti, profumatissime, servono a dar sapore agli arrosti. E' una pianta sempreverde, di bell'aspetto e dal folto fogliame che raggiunge i 12 metri di altezza. Il tronco è nero e liscio.  I suoi frutti acri e pungenti (ottobre/novembre) agiscono da repellente per pulci e vari insetti. Le sue foglie non vanno confuse con quelle del lauroceraso che sono tossiche.

Pini silvestri (piani di Praglia)

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Il pino è una pianta sempreverde, resinosa, ben conosciuta per la fragranza e salubrita' che lascia nell'aria (non a caso gli ospedali per la cura delle malattie respiratorie venivano realizzati nelle pinete), ovviamente in presenza di strade e macchine possono solo aiutare parzialmente a depurare l'aria. Ce ne sono di diverse specie, da quella azzurrognola a quella marittima, tipica della liguria, caratterizzata dalla forma ad ombrello. Per quanto siano splendide le pinete è raccomandato evitare i rimboschimenti con queste piante a causa della loro infiammabilità n zone non adeguatamente controllabili in caso di incendio.  FOTO GRANDE

Abete bianco (piani di Praglia)

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L'abete si distingue dal pino in quanto più folto e spesso imponente anche nelle misure (raggiunge i 60 metri di altezza con 2 metri di diametro), anche la disposizione degli aghi disposte a pettine è caratteristica (gli aghi di pino sono molto più lunghi e sono  rivolti a ciuffi verso l'alto). E'  considerata una pianta ornamentale di prestigio e nelle città è decorata a natale con le classiche luci. E'  originaria dell'europa centrale e alpina per eccellenza. Per il resto le abetaie come le pinete sono fonte di aria buona ma sono particolarmente sensibili agli incendi. (il leccio e soprattutto il sughero sono le più resistenti)    FOTO GRANDE

Ippocastano (via isocorte)

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L'ippocastano o castagno d'India (nella foto un giovane esemplare) può raggiungere i 30 metri di altezza e i 10 metri di ampiezza di chioma. I semi sembrano grosse castagne e non sono edibili ma sono repellenti per alcuni insetti tra cui le tarme. E' una pianta caduca e longeva che sopporta bene gli inverni rigidi. Originaria della zona balcanica/caucasica è stata introdotta in Europa per la prima volta a Vienna nel 1591. Per via della crescita rapida, bellezza e robustezza è spesso impiegato per ombreggiare parchi e giardini e per costeggiare le strade. Per via del colore rossastro che assumono le foglie in ottobre e per le sue "castagne d'india" è diventato un simbolo dell'autunno. FOTO GRANDE

Pittosporo (zona san Biagio)

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Il pittosporo è una bellissima pianta ornamentale sempreverde, resistente al freddo non prolungato. I suoi fiorellini bianchi sono profumatissimi. Molto frequente nei giardini in pochi anni riesce a coprire le recinzione a rete grazie ai suoi rametti che si avvinghiano, fino a diventare alberelli anche di qualche metro. Le foglie lucide, ovali e di un bel verde intenso sono presenti in tutte le specie. Poichè sopporta bene le potature con esso possono essere realizzate delle siepi ottimali. Anche il pittosporo è monoico.

Nocciolo (zona san Biagio)

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Il nocciolo è una pianta caduca frequente in val polcevera, Ci sono varie specie alcune coltivate appositamente per via dei semi (le nocciole) . In genere si sviluppano a cespuglio difficilmente superando i 4 metri. Può crescere fino a 1500 metri di altezza e, poichè non è esigente newlle condizioni del terreno, si propaga facilmente (pianta colonizzatrice ). Dalle sue foglie  essicate ricche di fenoli e flavonoidi si estrae un infuso antinfiammatorio contro il gonfiore e per tonificare le vene.

Fico (zona Orero)

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Il fico per via dei suoi frutti succulenti è un albero apprezzato e coltivato sin dall'antichità, dall'egitto alla mesopotamia. Non tutti sanno che è la femmina del fico che produce frutti commestibili coi semi mentre quelli col polline dei maschi non lo sono. A mezzo di una vespa vengono fecondati i frutti femminili.  L'uomo ha quindfi selezionato una nuova specie che permette la maturazione del fico anche s non viene fecondato. I fichi coltivati sono ovviamente tutti di questi tipo. Il bel fogliame del fico lascia cade in autunno lasciando il tronco e i rami grigi e lisci, quei rami, giova ricordare, non resistenti e flessibili (quindi attenzione ad arrampicarsi...)

 

Mimosa ( via Giuseppe Gallo a Pontex)

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La mimosa (acacia dealbata) è originaria del sud est dell'Australia e solo nel 1800 è stata introdotta in Europa dove si è acclimatata nelle regioni più miti come la Liguria. Per via dei sui splendidi e profumati fiori gialli, delicati e soffici nei loro grappoli, è assai apprezzata come ornamento dei giardini. Diventato simbolo delle donne a cui viene offerto un rametto nella loro festa, è una pianta pioniera della primavera. Essendo sempreverde e per via della sua formazione a ombrello teme la neve che accumulandosi su di essa finirebbe per spezzarne anche i rami grandi e ledere il suo tronco.

Ulivo ( Zona Begato vecchia)

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L'ulivo è tra le piante più longeve (alcuni esemplari hanno raggiunto i due millenni) e apprezzate sin dall'antichità per via della produzione di olio. I frutti sono amari per la concentrazione dei benefici polifenoli. Originarie del medio orinte si sono adattati in europa ai climi caldi e temperati cosicchè dall'Andalusia alla Liguria le colline sono talvolta tappezzate di ulivi coltivati. FOTO GRANDE

Oleandro ( zona ipercoop) 

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l'olendro è un arbusto sempreverde dai bei fiori e dal bel fogliame (velenoso) per cui è spesso utilizzato per decorare le  aiole. Nelle condizioni ideali  arriva al massimo a 5 metri di altezza. Teme il freddo e soffre soprattutto degli attacchi di due parassiti, l'aspidioto dell'edera e la cocciniglia fioccosa, che se non vengono eliminati possono condurre alla morte della pianta.

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Castagno ( zona Langasco)

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Il castagno è fin dall'antichità una pianta utilizzata a fini alimentari per i frutti ricchi di calorie (una volta le castagne venivano definite "pane dei poveri"per via della "farina" di cui si nutrivano la maggior parte degli abitanti delle zone montane). Arriva a 25 metri di altezza ed è facilmente riconoscibile per le foglie (caduche) seghettate e lucide oltre che per gli inconfondibili "ricci".

 

Cipresso ( Cesino)

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Il cipresso è un albero sempreverde dal portamento severo e solenne. Anche se è stato utilizzato soprattutto nei cimiteri in realtà è una pianta ornamentale che nobilita ogni ambiente. C'è un motivo per cui è utilizzata nei cimiteri: le radici si sviluppano in verticale evitando di danneggiare le tombe e i muri. Vicino a una casa quindi è sempre meglio piantare un cipresso piuttosto che un pino o un abete per non essere obbligati a malincuore a doverlo tagliare. E' assai adattabile tanto che è possibile ritrovarla perfino nelle oasi del Sahara con altezze che sfiorano i 50 metri.!

Sambuco ( Langasco)

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Il sambuco è un arbusto caduco che cresce fino a 10 metri ed è assai apprezzato per i frutti da cui si ottengono sciroppi, marmellate, fermentati (vino di sambuco). Anche i fiori sono utilizzati a livello alimentate. Le foglie invece, picciolate e opposte, lunghe 25 cm circa, hanno un cattivo odore e sono tossiche se ingerite (da esse però vengono preparati unguenti cutanei).

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Agrifoglio (  Madonna delle Vigne)

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L'agrifoglio consta di 400 specie circa, da quelle che arrivano a 20 metri a quelle che formano cespugli di pochi metri. Caratteristica comune sono le foglie appuntite e lucide, in genere verde scuro, inoltre i semi a pallini rossi. Quasi tutte le specie sono sempreverdi e possono vivere eccezionalmente una decina di secoli. Insieme all'abete è diventata la pianta simbolo del natale. La tossicità delle foglie e delle bacche soprattutto è tale da poter provocare la morte.

Biancospino comune (zona piani di Praglia) 

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Il biancospino è un piccolo alberello spinoso che non supera i 6 metri e spesso rimane ad altezza d'uomo. Le foglie, incise profondamente, hanno l'apice dei lobi  dentellato.  Dai suoi fiori bianco rosati raggruppati in corimbi si ricava un infuso ottimo per regolare i battiti cardiaci (dilata le coronarie ed è un sedativo). La fioritura avviene tra aprile e maggio ed i frutti tra novembre e dicembre e sono edibili ( soprattutto per farne sciroppi) rossi e ovali. Si trova soprattutto nelle boscaglie e appartiene alla famiglia delle rosacee. 

Ontano Nero (zona piani di Praglia)

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L'ontano nero si chiama così per via della corteccia segnata di nero. Può arrivare a 25 metri, foglie caduche appiccicose nella pagina inferiore. Ha bisogno di molta acqua per cuii si ritrova in zone paludose o lungo i torrenti.

Quercia (zona Bocchetta)

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La quercia caducifoglia del gruppo robur.  è un albero  imponente che può raggiungere  i  500 anni di età. Ci sono querce a foglia caduca e altri sempreverde, anche le foglie si diversificano secondo le specie, rimagono comunque lobate. In autunno producono le ghiande, cibo per molti animaletti tra cui gli scoiattoli. Sono utilizzate a livello ornamentale e per costeggiare le strade oltre che per ricavarne legname resistente (via via accanto all'esemplare vecchio o che da segni di malattia tagliato  si pianta quello giovane). Si può trovare  fino ai 1200 metri di altitudine. Questa pianta è monoica, ossia ciascun individuo porta i fiori maschili e femminili facilitando la diffusione spontanea. Da recenti studi risulta che nei boschi europei già da 8 millenni or sono erano presenti le quercie (oggi ammontano a circa 450 specie)

Leccio (localiltà Gaiazza)

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Il leccio è utilizzato a livello forestale per i rimboschimenti in quanto resiste al fuoco meglio di altre specie (in tal senso il migliore in assoluto è il sughero). Vive anche 1000 anni. E' una delle quercie sempreverdi e si trova fino a 600 metri con qualche eccezione (questi giovani esemplari sono stati fotografati a circa 900 metri sopra la Bocchetta verso Fraconalto). Il legno non è pregiato in quanto difficilmente lavorabile. Tra gli utilizzi del leccio è quello di alberare le strade, riesce infatti a contrastare in parte l'inquinamento. La foglia è sul dorso verde scura e sotto più pallida con evidenti nervature.

Acero di monte (localiltà Gaiazza)

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Esistono almeno 200 specie di acero, da quello montano che può raggiungere misure notevoli di 40 metri a quello campestre e italico che non supera i 15 metri a quello minore che si attesta sui 5/6 metri.. Anche le su foglie dal lungo picciolo si divesificano da 5  a 3 lobi piu o meno pronunciati Le foglie in autunno diventano rosse colorando i boschi in modo suggestivo tanto che in inghilterra vengono organizzate visite guidate per l'avvenimento.  La crescita è lenta e si radica bene. Buona la resistanza  alle potature. La sua foglia è simbolo nazionale del Canada. FOTO GRANDE

Faggio

 

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Il faggio si riconosce per il suo tronco liscio e grigio chiaro, dritto e cilindrico, più o meno ramificato- Si eleva anche oltre i 30 metri. Le foglie grandi al massimo 15 cm con nervi secondari paralleli a lisca. Sotto sono più chiare. Il suo legno è facilmente lavorabile in falegnameria ma è altrettanto facile preda dei tarli. Tende a raggrupparsi in faggete (splendida la Borbottina sul Melogno) lasciando un terreno libero da sottobosco. FOTO GRANDE

 

Betulla bianca

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La betulla (pianta monoica) arriva fino a 30 metri. Snella con il tronco inconfondibile bianco con anelli scuri ( se non è molto vecchia ) , la chioma rada e leggera. Le piccole foglie decidue sono triangolari , verde chiaro, picciolate e seghettate. L'acido betulinico (estraibile anche da altri vegetali) è un citotossico per diversi tipi di tumori, tra cui il melanoma. L'estratto idroalcolico è antinfiammatorio , diuretico e disinfettante delle vie urinarie.  FOTO GRANDE

Nespolo del Giappone (Pontedecimo)

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Il nespolo da frutta è un albero sempreverde dalle foglie lunghe 25/30 cm. Arriva ai 10 metri di altezza e si sviluppa altrettanto in larghezza. Patisce per la sua intensa chioma la neve ed il vento per cui è coltivata tenendo presente questo fattore di rischio on opportune potature. Famoso per i suoi dolci frutti è originario dell'estremo oriente. Nei boschi è possibile trovare il nespolo comune, spinoso e dalla foglie caduche, dai frutti più piccoli e aciduli, marroncini con una robusta buccia e semi duri.

Frassino minore (monte Leco)

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Il frassino minore o Orniello ha un tronco grigio e liscio tendente a screpolarsi con l'età. Rami flessibili e foglie lanceolate e seghettate (anche molto di piu'  nelle altre  specie che nell'esemplare fotografato). Raggiunge i 35 metri e dalla linfa  di questa specie e dell'orniello si ottiene la manna. Resiste bene all'inquinamento e le sue cortecce, foglie, frutti e radici hanno proprietà antinfiammatorie e antireumatiche . FOTO GRANDE

Salice piangente (Ceranesi)

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Il salice piangente, pianta caduca, è tra i più facili da riconoscere con le sue foglie lunghe e lanceolate e la chioma disordinata a cascata. Raggiunge i 10 metri in presenza di acqua abbondante (questo è poco sopra il greto del  Polcevera). Teme la siccità e per niente il freddo Dalla sua corteccia si estrae l'acido acetilsalicilico impiegato come antinfiammatorio ed ad azione vasodilatatrice e antifebbrile (da cui l'aspirina).

Noce (Praglia)

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Il noce è una pianta maestosa, dalla foglie decidue, che può raggiungere i 30 metri. E' utilizzata nei parchi e nei giardini per via della sua folta chioma che dà ombra e frescura d'estate. I suoi frutti, le noci, contengono sostanze protettrici del sistema cardiovascolare (omega3) e antireumatiche (antiossidanti) oltre a minerali come magnesio e calcio. Anticamente per leggi di analogia era considerato benefico per il cervello, in effetti contiene acido folico, buono anche sull'umore.

 

 

Ciliegio  (San Cipriano)

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Il ciliegio è famoso per i suoi frutti squisiti. Facilmente riconoscibile per la sua corteccia morrone-rossastra e i suoi fiori primaverili bianchi. Il tronco può raggiungere il metro e mezzo di diametro. Dalla linfa aromatica (con cui si difende dalle infezioni provocate da funghi e insetti)  si estrai la gomma da masticare.

Ligustro (San Quirico)

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Il ligustro con le sue foglie verde scuro, lanceolate e lisce è tra le piante più diffuse nella valle. Raggiunge anche i 5 metri. Si presta a essere usato per fare delle siepi.

 

Corbezzolo (Madonna delle Vigne)

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Corbezzolo. Pianta ornamentale  resistente agli incendi. I suoi fiori sono alla base di uno dei mieli più pregiati e gustosi. I frutti, da cui si possono fare buone marmellate, e hanno un effetti antidiarroico. Chi ha il problema contrario e ha bisogno di lassativi meglio che ne mangi pochi.

Caco (Cesino)

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Il caco è di origine cinese ed è stato portato in Italia alla fine del 1800 si è adattato faciolmente fino a diventae diffusissimo finchè una mosca parassita l' ha decimato. Pianta longeva Sopporta male il gelo e il vento, in estate con le sue grandi foglie è di un verde corposo che diventa rosso in autunno,  il frutto in inverno. . Il  suo legno non viene attaccato dal tarlo. I frutti, molto calorici e zuccherini sono però fortemente vitaminici e mineralizzanti.

Pero (Cesino)

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Pero. In alcune specie come questa  le foglie sono di uin bel verde e lanceolate altre volte grigie e pelose. E' il frutto soprattutto che li identifica e i bei fiori bianchi che lo precedono. Ha tanta vitamina C e poche calorie, ricco di fibre è ideale per tener sotto controllo colesterolo e peso.

 

 

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