COSA VUOL DIRE UN ALBERO

Intorno ad un albero l'aria è più pura del 50%

Un filare di alberi lungo  una strada a medio traffico ne dimezza l'inquinamento. Un bosco rinfresca l'ambiente come minimo di 4° centigradi mentre il cemento (l'effetto mattone che si scalda e mantiene il calore) lo alza di altrettanti 4°.

Ricorda: ogni casa, ogni strada e macchina in più significa più veleno e più afa. Ogni albero in meno  significa meno ossigeno e meno salute.

Verso la Gaiazza da S.Biagio

Vediamo sulla sinistra alcune zone alberate della valle. Speriamo di conservarle per i nostri figli. Ma la situazione generale è preoccupante come afferma su dati oggettivi la banca mondiale. Circa tre milioni di persone muoiono ogni anno nel mondo per la diretta causa dell'inquinamento, ma i disturbi che esso provoca interessano tutti. Pensare che in diverse parti del mondo i pesci si ammalano e muoiono per effetto dell'inquinamento (alterazioni genetiche, tumori) dovrebbe interessarci in quanto noi li mangiamo.

La mattonata per S.Biagio

Non c'è più un angolo pulito sul pianeta al 100% : il DDT (l'insetticida non biodegradabile usato in gran quantità nel passato) si trova perfino nel grasso degli orsi polari, la radioattività per effetto degli esperimenti nucleari è aumentata ovunque. Le aree coltivabili ipersfruttate danno sempre meno cibo, l'urbanizzazione toglie sempre più spazio alle stesse culture, la deforestazione si traduce in perdita di humus e di vita. La desertificazione  aumenta.

La Valpolcevera dalla Bocchetta

Le foreste e soprattutto le estensioni di alghe che danno ossigeno diminuiscono ogni anno. Con il deserto aumenta la popolazione umana di 60 milioni all'anno (vedi in demografia) e galoppiamo verso i sette miliardi. Solo nei paesi ricchi essa è stabile o in un decremento che non bilancia minimamente la crescita globale. E tutti chiedono risorse, per le risorse ci vogliono industrie inquinanti, per farle andare ci vuole energia (carbone, petrolio,nucleare) le cui scorie inquinano,ci vuole cibo e quindi insetticidi che contaminano i campi...

Pecore a S.Biagio

E noi mangiamo, beviamo, respiriamo, viviamo in un ambiente contaminato.Il clima sta cambiando a causa anche dell'inquinamento. Il pianeta terra è la nostra casa, non ne abbiamo altre e la stiamo distruggendo. La macchina del   progresso non deve diventare una macchina di morte. Ma esiste la possibilità di uscirne fuori senza perderne i vantaggi? Sì! Vediamo qualche punto di riferimento:

Oleandri alla stazione di Pontedecimo

1) Una tecnologia migliore per l'energia pulita (solare, eolica o del vento, nucleare col processo di fusione).2) Fermare l'incremento demografico (si dice tanto a sproposito sul fondamentalismo dei musulmani ma in Iran i profilattici sono distribuiti gratis!) 3) Maggiore cura del territorio salvaguardando le aree verdi. 4)  Uso di tecniche naturali al posto degli insetticidi.5) Riciclaggio dei materiali 6)centri efficienti per lo smaltimento dei rifiuti tossici 7) produzione di sostanze chimiche alternative a quelle tossiche e non biodegradabili.8) utilizzo razionale delle aree abitabili.

Per Voltaggio

E soprattutto una coscienza generale del problema prima che sia troppo tardi. Talvolta si distrugge l'ambiente per interessi particolari senza vantaggi reali, senza un bisogno effettivo.L' immagine accanto riguarda la strada per Voltaggio che si snoda in un paesaggio splendido, godimento degli occhi!. Giustamente la popolazione locale sta lottando per evitare l'insediamento di una cava e della linea ferroviaria superveloce. Costruire può significare distruggere.

Il forte da Begato

L'ingenuità ci può far dire: ma c'è ancora tanta natura !!! J.Piccard, il grande scienziato francese soleva fare questo esempio: immaginiamo un lago in cui nasca una ninfea che si riproduce ogni giorno. Il primo giorno ci sarà una ninfea, il secondo due, il terzo quattro, il quarto otto,il quinto sedici e avanti si arriverà al ventinovesimo in cui la metà del lago sarà pieno di ninfee. Si potrà ancora dire: ma c'è ancora tanta acqua libera! eppure il giorno dopo...
 

Non è una questione di romanticismo o di ecologismo fuori luogo, ma di realtà scientifica scomoda alle multinazionali che inquinano, alle imprese che vivono sulla distruzione ambientale e pagano per far propaganda anti-allarmistica e anti-ambientalista.

Le colate di cemento e di asfalto (l'Italia è il maggior paese europeo produttore di cemento e che sottrae di più terreno alla natura, centinaia di ettari al giorno...) non significano rivalutazione del territorio ma spesso solo la sua morte. Non è la nostalgia del ragazzo della via Gluck ma di sopravvivenza umana. Se non si capirà...addio a questa specie homo sapiens!

 

BISOGNA SAPERE QUEL CHE NON SI VUOLE CHE SI SAPPIA

ANTI-ECOLOGIA A FIOR DI QUATTRINI: Dopo il congresso scientifico internazionale a Londra del 2006 sulla situazione del pianeta giudicata ormai insostenibile, la prestigiosa Royal Society accusa la multinazionale Exxon di aver distribuito 2.9 milioni di dollari alle lobby anti-ambientaliste. (Repubblica 27/9/06)

 

dal nuovo cittadino

L'aria di Genova negli ultimi tempi è cambiata: ce lo dice una ricerca congiunta della Provincia di Genova e del Laboratorio di Fisica Sanitaria e Ambientale dell' Università, ma a quanto pare è cambiata in peggio. Un risultato che ci dovrebbe stupire se si pensa che molte industrie pesanti in città hanno chiuso o ridotto la loro attività più inquinante, se ne è andata la vecchia benzina "super",  ed è profondamente cambiato anche "il parco-macchine". Eppure i risultati delle ricerche non mentono: nell'aria genovese diminuiscono gli idrocarburi aromatici ma c'è una quantità maggiore di polveri sottili sospese nell'atmosfera. Polveri che vengono raggruppate sotto la sigla di PM10, e sono composte da particelle solide e liquide di dimensione inferiore a 10 micron e cioè un milionesimo di metro. Le apparenze tuttavia non ci devono ingannare: è proprio la loro dimensione così ridotta a renderle tanto pericolose per la salute umana, capaci di penetrare facilmente in tutti gli organi del corpo. Le tre centraline di riferimento per la campagna di rilevamento, che si trovano in corso Europa, in corso Firenze e a Quarto, hanno evidenziato un aumento generalizzato delle polveri nel corso dell'anno. Quella di corso Europa, scelta per la sua localizzazione "urbana da traffico", ha registrato da gennaio a oggi ben 55 sforamenti della media giornaliera di 50 microgrammi di polveri per metro cubo d'aria quando la normativa vigente ne prevede un massimo di 35 all'anno. Inoltre, cosa ancor più preoccupante, è assai probabile il superamento della concentrazione media annua di 40 microgrammi fissata dalla normativa comunitaria.

"La ricerca che abbiamo commissionato all'Università - ha quindi commentato l'assessore provinciale all'ambiente Renata Briano - risponde a un bisogno di chiarezza e di conoscenza della situazione in atto. Da alcuni anni ormai la nostra fitta rete di centraline preleva campioni che poi vengono studiati nel Laboratorio di Fisica. Ci siamo posti l'obiettivo di analizzare quantità e dimensioni delle polveri ma soprattutto di indagarne la composizione che, a seconda dei metalli presenti, ci può rivelare la loro origine e quindi indicarci dove intervenire per eliminarle a vantaggio della salute pubblica".

Queste ricerche hanno evidenziato che per il 60% le polveri hanno una origine antropica; le fonti sono prevalentemente il traffico, le combustioni, le attività industriali. Per la restante parte sono di origine naturale.

E' allo studio l'incidenza dei fattori climatici sulla concentrazione delle polveri; a seconda dei venti l'atmosfera genovese infatti è appesantita a rotazione dalla sabbia del Sahara proveniente da sud oppure dalle correnti del nord che trasportano lo smog che opprime la pianura padana, una delle aree più inquinate d'Europa, insieme alla Rhur, e dove per questa ragione l'aspettativa di vita è ridotta di tre anni. Tuttavia è stato scoperto di recente che persino le navi attraccate in porto sono un fattore di produzione di polveri, tanto che la Provincia ha aperto con l'Autorità Portuale un confronto per trovare una soluzione al problema che interessa tutte le città di mare. Insomma quella delle polveri sottili sembra una vera e propria invasione, invisibile, inarrestabile e nello stesso tempo invincibile, dovuta soprattutto a un inquinamento generalizzato su tutti i territori e su tutti i fronti. Chi si aspettava di poter puntare il dito solo contro le auto, magari per fermarle una volta per tutte, probabilmente dovrà ricredersi.

"Il traffico incide nella presenza delle polveri per il 21% - ha detto infatti Enrico Daminelli, dirigente del Servizio Aria della Provincia di Genova -, la combustione degli oli per il 10% così come pure per il 10 contribuisce l'aerosol marino, la polvere dal suolo per il 19; mentre c'è un 32% derivato da un aerosol secondario prodotto da composti organici". Insomma difendersi dall'avanzata del grande inquinamento sembra a questo punto quasi una battaglia persa come quella di don Chisciotte coi mulini a vento. In qualche modo a quanto pare bisogna imparare a conviverci. Le ricerche sulle polveri, sugli effetti che hanno per la salute pubblica ma anche per il clima del pianeta, sono cominciate in tempi recenti. Gli studi hanno però già evidenziato che le più pericolose per l'apparato respiratorio sono quelle ancora più piccole, che hanno maggiore probabilità di arrivare fino ai polmoni. Per questo la Comunità Europea ha intenzione di emanare una direttiva che estende la ricerca alle polveri di dimensione 2,5 e addirittura a un micron. "Non è un programma di facile realizzazione - ha detto Paolo Prati, ricercatore del Dipartimento di Fisica - perché le attrezzature tecniche necessarie sono molto costose. Inoltre non è stato finora individuato il processo attraverso il quale le polveri danneggiano l'organismo umano. ".